Volantino che distribuiremo i prossimi giorni al Petrolchimico.
Sotto la direzione di Paolo Scaroni e di Roberto Poli, rispettivamente amministratore delegato e presidente, l’Eni in quest’ultimo trimestre ha dimezzato i profitti. Nonostante questo evidente fallimento i due continuano a percepire stipendi colossali: 3.077.000 euro a Scaroni, 1.131.000 euro a Poli. I due, con la faccia da culo che contraddistingue i grandi sacerdoti del capitalismo, vogliono risolvere la crisi, che loro e le altre facce da culo, come loro, hanno creato.
Coloro che hanno creato la crisi si arrichiscono licenziando e aumentando lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici. I banchieri, le società finanziarie, i capitalisti, gli alti dirigenti dello stato hanno derubato alla classe lavoratrice cifre stratosferiche. Per dare un’idea riportiamo alcuni dati che riguardano i soldi che lo stato ha regalato ai banchieri, ai pescicani della finanza e ai grandi industriali: 10.440 miliardi di dollari negli US, 1.260 miliardi di sterline in Inghilterra e 1.640 miliardi di euro negli stati dell’Unione Europea.
La crisi mondiale in corso è il risultato dell’accumulo delle crisi precedenti (1970-73; 1987; 1997-98; 2001). I governi dei principali capitalisti, come è detto sopra, l’unica cosa che sanno fare è regalare soldi ai capitalisti. Ciò provoca due effetti:
1) licenziamenti di massa a catena;
2) aumento stratosferico del debito pubblico che i governi scaricano sul popolo attraverso i tagli ai servizi sociali ( sanità, scuola, trasporti, nettezza urbana etc.), attacco agli insegnanti, a tutti i lavoratori del pubblico impiego precari e non precari. Ci vogliono ridurre al minimo di esistenza materiale e culturale.
Lor Signori, invece, se la spassano nelle loro lussuose ville. Maledetti!
Ai burocrati non può più essere lasciato in mano il sindacato. Le sue risorse economiche vanno utilizzate per la costruzione di una cassa di sciopero. Non per mantenere degli inetti che dall’ ottobre del 2008 piagnucolano davanti ai prefetti e ai capi politici dicendo “non siamo in grado di controllare i lavoratori”. I burocrati di fronte a questa crisi “sunu puddas imbannidas”. Si erano autoconvinti, per convenienza, che il capitalismo non avrebbe più subito crisi catastrofiche come quella in corso.
Perciò va fatta la lotta, anche, alla burocrazia sindacale. Il burocrate che comprende gli errori fatti e si schiera con i lavoratori, senza alcun dubbio darà un contributo alla lotta e otterrà il rispetto. Ma coloro che continuano a piagnucolare e tradire saranno disprezzati, innanzitutto, dalle famiglie che lottano insieme ai propri padri e ai propri mariti. Di fronte ai figli dei lavoratori che hanno lottato, cosa faranno? Piagnucoleranno, dicendo che i loro padri erano degli esagitati?
Noi del Partito Comunista dei Lavoratori andremo a manifestare pubblicamente, davanti alla sede della CGIL di Sassari, la nostra critica e presenteremo queste proposte:
1) la convocazione di un’assemblea generale dei lavoratori del petrolchimico e delle altre categorie che elabori le forme di lotta contro la direzione dell’ENI e contro il governo Berlusconi;
2) la costituzione di un coordinamento fra i lavoratori di P. Torres e di P. Marghera per organizzare una manifestazione operai davanti alla sede dell’ENI a Roma.
La fabbrica ai lavoratori
La galera ai padroni e ai politicanti corrotti
Coordinamento regionale Partito Comunista dei Lavoratori
martedì 4 agosto 2009
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