E’ l’obbiettivo del Partito comunista dei lavoratori
Articolo tratto da “La Nuova Sardegna” del 06/05/07 (giornalista autore Alessandro Pinna)
OLBIA. Né, ovviamente, col centrodestra, ma neanche col centrosinistra: il Partito Comunista dei Lavoratori invita all’astensione elettorale per le prossime elezioni comunali e chiede di annullare la scheda scrivendovi sopra proprio “Partito Comunista dei Lavoratori”. Gli scissionisti di Rifondazione, che fanno capo a Marco Ferrando, ritengono le due coalizioni «rappresentanti di interessi che sono contrari a quelli dei lavoratori e delle lavoratrici» e accusano Prodi di agire in continuità con Berlusconi. «Permangono le leggi vergogna, si anticipa di un anno lo scippo del Tfr, ci si appresta ad aumentare l’età pensionabile, si votano le guerre imperialiste, si aumentano le spese militari mentre non si rinnovano i contratti dei lavoratori». Il tutto, accusano dal Pcl, col sostegno delle sinistre (Rifondazione, Pdci, Verdi e Sinistra Ds), e delle burocrazie sindacali (CGIL, CISL e UIL). A Olbia il Pcl non ha avuto la possibilità, data la sua recente formazione, di presentarsi con una propria lista, ma i suoi rappresentanti cittadini (Sisinnio Bitti, Antonio carboni, Umberto Bitti e Riccardo Desini) dichiarano di aver cercato un accordo con gli ex compagni di Rifondazione per «una lista di sinistra, indipendente e autonoma sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Il partito di Bertinotti, però, avrebbe dovuto rompere con l’unione e assumere il programma anticapitalista del Pcl. Un programma che prevedeva l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, il censimento delle case sfitte, l’introduzione di un canone di affitto equo, la riduzione dei costi dei servizi dei cittadini, la soppressione dei finanziamenti a scuole o enti privati, la nazionalizzazione della Palmera senza indennizzo ai proprietari e sotto controllo operaio. Di fronte al no di rifondazione, ora il Pcl fa appello «ai compagni onesti delle sinistre per la costruzione di una sinistra classista, rivoluzionaria e internazionalista d’opposizione ai grandi interessi. Pertanto, non avendo avuto l’opportunità di presentarci alle comunali, chiamiamo i lavoratori e i cittadini all’astensione elettorale, dicendo che qualsiasi coalizione borghese governerà contro i lavoratori troverà l’opposizione del nostro partito».
Articolo tratto da “La Nuova Sardegna” del 06/05/07 (giornalista autore Alessandro Pinna)
OLBIA. Né, ovviamente, col centrodestra, ma neanche col centrosinistra: il Partito Comunista dei Lavoratori invita all’astensione elettorale per le prossime elezioni comunali e chiede di annullare la scheda scrivendovi sopra proprio “Partito Comunista dei Lavoratori”. Gli scissionisti di Rifondazione, che fanno capo a Marco Ferrando, ritengono le due coalizioni «rappresentanti di interessi che sono contrari a quelli dei lavoratori e delle lavoratrici» e accusano Prodi di agire in continuità con Berlusconi. «Permangono le leggi vergogna, si anticipa di un anno lo scippo del Tfr, ci si appresta ad aumentare l’età pensionabile, si votano le guerre imperialiste, si aumentano le spese militari mentre non si rinnovano i contratti dei lavoratori». Il tutto, accusano dal Pcl, col sostegno delle sinistre (Rifondazione, Pdci, Verdi e Sinistra Ds), e delle burocrazie sindacali (CGIL, CISL e UIL). A Olbia il Pcl non ha avuto la possibilità, data la sua recente formazione, di presentarsi con una propria lista, ma i suoi rappresentanti cittadini (Sisinnio Bitti, Antonio carboni, Umberto Bitti e Riccardo Desini) dichiarano di aver cercato un accordo con gli ex compagni di Rifondazione per «una lista di sinistra, indipendente e autonoma sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Il partito di Bertinotti, però, avrebbe dovuto rompere con l’unione e assumere il programma anticapitalista del Pcl. Un programma che prevedeva l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, il censimento delle case sfitte, l’introduzione di un canone di affitto equo, la riduzione dei costi dei servizi dei cittadini, la soppressione dei finanziamenti a scuole o enti privati, la nazionalizzazione della Palmera senza indennizzo ai proprietari e sotto controllo operaio. Di fronte al no di rifondazione, ora il Pcl fa appello «ai compagni onesti delle sinistre per la costruzione di una sinistra classista, rivoluzionaria e internazionalista d’opposizione ai grandi interessi. Pertanto, non avendo avuto l’opportunità di presentarci alle comunali, chiamiamo i lavoratori e i cittadini all’astensione elettorale, dicendo che qualsiasi coalizione borghese governerà contro i lavoratori troverà l’opposizione del nostro partito».
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