Guglielmo Epifani ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera (4/8/07) in cui afferma che i dirigenti della Cgil dovranno difendere l’accordo sciagurato dello scorso luglio, perché “non si può andare al referendum con due posizioni”.
Il pensiero, molto volgare, che sottostà alla direttiva di Epifani è il seguente: i dirigenti ricevono uno stipendio dall’organizzazione; l’organizzazione è di proprietà della maggioranza dei dirigenti dunque non si sputa nel piatto dove si mangia. Questo pensiero, che è quello tipico della burocrazia socialdemocratica e stalinista, spiana la strada all’annessione della Cgil al Sindacato unico di Bonanni ed Angeletti.
La Cgil è la principale organizzazione del movimento operaio nello stato italiano in cui, dal 1906, rivoluzionari contendono la direzione del movimento operaio al riformismo collaborazionista. Senza questa contesa la Cgil sarebbe stata da subito un sindacato giallo come la Cisl e la Uil , nate nel 1948 con i cospicui finanziamenti del Dipartimento di Stato degli Stati uniti d’America.
In modo maldestro, ma non per questo innocuo, Epifani pensa di mettere in riga tutti quei funzionari delle categorie e della confederazione che ritengono l’accordo dello scorso luglio una capitolazione di fronte al padronato e al governo degli imbroglioni. A loro volta i dirigenti dovranno mettere in riga i delegati sindacali.
Guglielmo Epifani con queste direttiva attenta alla libertà di manifestazione del proprio pensiero e nega ai funzionari del sindacato il diritto ad esercitare il diritto alla democrazia di mandato, perciò invitiamo gli iscritti alla Cgil a far fare marcia indietro a Guglielmo Epifani.
Sezione provinciale di Sassari del Partito Comunista dei Lavoratori 4/08/07
sabato 4 agosto 2007
Epifani si sbaglia, nella Cgil non ci sono padroni di casa
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