martedì 12 agosto 2008

Lettera dell'Esecutivo del PCL ai firmatari dell'appello per un'assemblea nazionale il prossimo 9 settembre

In questi giorni è stato pubblicato un appello da parte di una serie di organizzazioni (Sinistra Critica, Confederazione Cobas, Rdb/Cub, Rete dei Comunisti, Giorgio Cremaschi, Marco Bersani di Attack) per un'assemblea nazionale il prossimo 9 settembre della "sinistra politica e sociale" che avrebbe mantenuto "un filo comune di dibattito in questi anni". Nonostante il PCL sia stato sempre in prima fila nel fronte unico di lotta con queste organizzazioni, è stato di fatto estromesso da questo appello proprio da parte di chi ci ha sempre attaccati dandoci dei "settari" e "autoreferenziali". Pubblichiamo la risposta dell'Esecutivo del PCL ai firmatari di questo appello:


Cari compagni/e,

vi chiediamo le ragioni del mancato coinvolgimento del Partito Comunista dei Lavoratori nell’appello che avete promosso per l’assemblea del 9 Settembre. E di cui abbiamo appreso solamente da Il Manifesto.

Vi definite, nel testo stesso dell’appello, "organizzazioni e persone che hanno mantenuto un filo comune di dibattito e di mobilitazione in questi anni". Bene. Sulla base di questo criterio, perchè la nostra esclusione?

Come tutti voi ben sapete, il PCL è stato parte organica e costante del fronte di opposizione al governo Prodi, del suo "dibattito", della sua "mobilitazione". Lo è stato sin dall’inizio, quando quel fronte era un po’ meno partecipato. Lo è stato sin dal Luglio 2006, nelle iniziative davanti al Parlamento, contro il primo rifinanziamento della missione di guerra in Afghanistan, poi sostenuto dal voto di fiducia di tutta la maggioranza parlamentare, senza eccezioni. Lo è stato come forza promotrice, tra le altre, della manifestazione nazionale contro la missione imperialista in Libano (30 Settembre 2006): di fronte non solo ai cantori della "missione umanitaria", ma anche ai suoi sostenitori "critici" e dubbiosi. Lo è stato come una delle forze promotrici della manifestazione antisionista a Roma del Novembre 2006, quando altri preferirono sfilare a Milano con Fassino e col Centrosinistra. Lo è stato insomma quando un soggetto firmatario del vostro appello (Sinistra Critica) non solo non era partecipe di nessuna di quelle mobilitazioni, ma stava nella maggioranza del governo contro cui quelle manifestazioni si rivolgevano (votando ad esempio la finanziaria di 35 miliardi che aumentava le spese militari e di guerra).

Naturalmente l’ ingresso nelle manifestazioni antigovernative (9 Giugno 2007) di quel soggetto e la sua successiva ricollocazione all’opposizione nella fase terminale della legislatura è stato un fatto importante. Ma che oggi, tra "le organizzazioni che hanno mantenuto un filo comune di dibattito e di mobilitazione in questi anni" figuri Sinistra Critica e sia escluso il PCL ci pare, nel suo piccolo, una enormità grottesca. Oltre che un’offesa inaccettabile alla verità e alla storia di questi anni.

Non sappiamo chi ha proposto o praticato la nostra esclusione, chi l’ha subita, chi l’ha avallata, magari con indifferenza (anche se qualche idea l’abbiamo). Ma per quella correttezza elementare che dovrebbe ispirare i rapporti fra noi, e a cui in ogni caso noi ci atteniamo, chiediamo a ciascuno dei soggetti firmatari una spiegazione pubblica a fronte di una pubblica responsabilità: che, ad oggi, appare obiettivamente comune.

Non siamo in presenza di un episodio nuovo o isolato. Un anno fa, nelle stesse identiche forme, fummo esclusi da un analogo appello pubblico alla mobilitazione contro il governo. Chiedemmo spiegazioni, ottenemmo un generale e imbarazzato silenzio. Salvo poi constatare che alcuni responsabili di quella immotivata esclusione andavano a dire in giro in tutta Italia che "il PCL si è tirato fuori in quanto settario e autocentrato". E in tante occasioni locali si sono prodotti, a cascata, atteggiamenti analoghi e ipocrisie molto simili, sempre nel segno del rovesciamento delle responsabilità.

Sia chiaro allora una volta per tutte, e per tutti.

Per noi, autonomia politica del nostro partito e relazioni unitarie nell’azione di opposizione non solo non si contraddicono, ma si tengono insieme.

Siamo gelosi della costruzione autonoma del Partito Comunista dei Lavoratori, sulla base di una coerenza politica e di un progetto strategico che ci distinguono dalle altre forze della sinistra italiana. Portiamo da sempre nella battaglia di massa (e al pubblico confronto) una nostra specifica proposta programmatica e linea di intervento, tesi a ricondurre gli obiettivi immediati di lotta alla prospettiva anticapitalistica, fuori da ogni minimalismo ed economicismo. Rivendichiamo ovunque l’autonomia delle nostre scelte politico-elettorali, nazionali e locali, in alternativa alle forze riformiste e centriste: per esempio respingendo oggi la proposta avanzata da Sinistra Critica di una lista unitaria col PRC abruzzese, ipergovernista e compromesso in una giunta di malaffare travolta dagli scandali.

Ma al tempo stesso abbiamo sempre ricercato e ricercheremo sempre la più ampia unità d’azione nelle lotte e nei movimenti contro i partiti borghesi e i loro governi, nell’interesse generale del movimento operaio e dello sviluppo del movimento di massa. Con questa logica abbiamo lavorato negli anni passati per il più ampio fronte di lotta contro il governo Prodi. Con questa logica abbiamo oggi proposto una grande manifestazione unitaria della sinistra italiana contro il governo Berlusconi e il padronato, con una pubblica indicazione di data ( 11 ottobre ) e la richiesta di un comitato promotore unitario.

La nostra partecipazione all’assemblea del 9 settembre sta perfettamente in questo quadro più generale di iniziativa unitaria e di confronto aperto. Ancora una volta vi chiediamo: perché escludere il PCL dalla promozione dell’assemblea?

A meno che la nostra vera " responsabilità " sia, al fondo, quella di essere ciò che siamo: programmaticamente, politicamente, organizzativamente indipendenti; impegnati nella costruzione di un partito comunista e rivoluzionario; e per questo avversi a pateracchi politici ed elettorali senza principi.

Se questa è la " colpa ", non c’è rimedio. Gradiremmo solo, nel caso, lo diceste con chiarezza , con un’assunzione di responsabilità politica e senza ricorrere a piccole furbizie.

In attesa di una vostra risposta vi inviamo

Fraterni saluti anticapitalisti

L’Esecutivo del Partito Comunista dei Lavoratori

Milano 11/8/08

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