mercoledì 1 agosto 2007

COMUNICATO DELLA SEZIONE OLBIESE DEL mPCL SULLA MANIFESTAZIONE DEI LAVORATORI DELLA PALMERA

Dopo l’appello alla sinistra olbiese, il Partito Comunista dei Lavoratori è stata l’unica forza politica a partecipare alla manifestazione dei lavoratori della Palmera in crisi sotto la sede della provincia Olbia-Tempio, ed è l’unico partito che sostiene fino in fondo la lotta dei lavoratori dell’azienda con una proposta chiara e decisa: quella della nazionalizzazione sotto controllo operaio e del coordinamento delle lotte, come più volte abbiamo ripetuto.
Sotto pressione della mobilitazione operaia la regione ha deciso di temporeggiare annunciando, tramite l’assessore all’industria Concetta Rau, di far intervenire la Sfirs: ma essa non è intenzionata all’acquisizione della Palmera da parte della regione, bensì a far in modo che un nuovo padrone prenda in mano l’azienda; ma sappiamo bene che, nel caso in cui si presenti questo scenario, l’assunzione dell’azienda da parte di un altro imprenditore, che si intascherebbe soldi pubblici, avverrebbe in cambio di pesanti licenziamenti fra i lavoratori della Palmera.
L’unica soluzione, come abbiamo ripetuto più volte, è che la Palmera e tutte le aziende in crisi vengano nazionalizzate sotto il controllo dei lavoratori e con esse anche la Sfirs venga posta sotto controllo operaio.
Pertanto chiediamo ai sindacati che la Palmera e tutte le aziende in crisi vengano occupate dai lavoratori, condizione per unificare le lotte e richiedere la nazionalizzazione sotto controllo operaio e senza indennizzo ai proprietari.
I lavoratori hanno già pagato troppo, ora paghino i padroni.
01/08/07
mPCL - Sezione di olbia

4 commenti:

Anonimo ha detto...

compagni,
da quello che ho capito nazionalizzazione significherebbe statalizzazione; ovvero secondo voi la Palmera, la Legler e altre aziende dovrebbero trasformarsi in aziende statali: gli operai sarebbero quindi remunerati dallo Stato ( borghese, ma guarda! certo che quando fa comodo tutti si rivolgono allo Stato! )cioé dai cittadini......ma, scusate compagni, io cittadino pago un'azienda statale che produce tonno in scatola il quale poi io cittadino comprerò in un supermercato.....mi sembra una fregatura! i cittadini pagano gli operai che fanno tonni in scatola per poi comprare le scatolette di tonno prodotte da loro.....ma non è meglio una cooperativa, eh?
altro che transizione dal socialismo al comunismo, ci vorranno ancora 200 anni prima che il sistema economico di tipo capitalista si esaurisca, nel frattempo che facciamo? deh compagni, meglio una cooperativa! ( ancora meglio sarebbe un kibbutz o un falansterio ma...)

Anonimo ha detto...

Caro compagno, noi non proponiamo una normale statalizzazione con indennizzo (che persino lo stato borghese italiano ha fatto in precedenza), bensì una nazionalizzazione sotto controllo operaio, cioè l'azienda deve essere gestita dagli operai; i padroni non devono ricevere nessun indennizzo, e i lavoratori non devono pagare i debiti contratti dal padrone. Tu forse quando parli di statalizzazione intendi l'acquisizione di un'azienda da parte dello stato con indennizzo, e questo effettivamente rappresenta un forte costo, cosa ben diversa dalla nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio.

Anonimo ha detto...

Compagno,
va bene concedere la gestione dell'azienda ( ma come sarà questa gestione? mi ritornano in mente le profezie di Bakunin... )agli operai, ma credo che sia ingiusto privare un'azienda ai suoi proprietari senza concedere un minimo di indennizzo! sbagliato poi pensare che i debiti non debbano essere onorati perché i responsabili erano i precedenti proprietari: i debiti vanno pagati, magari trovando un accordo con le banche e rateizzandoli
se l'azienda ha ancora cospicue quote di mercato può riprendersi facilmente, sempre che la gestione operaia non faccia cavolate!
comunque......ritengo ancora buffa l'idea di un'azienda statale, pagata con i soldi dei cittadini, che vende scatolette di tonno....agli stessi cittadini che la mantengono in vita!

Anonimo ha detto...

Compagno Teseo, forse non hai capito che se l'azienda fosse statale farebbe entrare soldi nelle casse pubbliche, e quindi potrebbe tranquillamente essere finanziata da quei soldi ricavati dalla scatolette di tonno...invece se fosse lasciata privata prenderebbe comunque milioni e milioni dalla regione, per poi far fare profitti a pochissimi parassiti, che si permettono poi di mandare per la strada, da un giorno all'altro, più di 200 lavoratori...e poi, caro compagno, da comunista quale ti definisci, dovresti sapere che l'azienda e il capitale è di chi lavora veramente, degli operai, e non dei capitalisti...a questi ultimi appartengono solo i debiti, e quindi vanno scaricati su di loro...
Umberto