(2 ottobre 2008)
(ANSA) - ROMA, 1 OTT - Il Partito comunista dei lavoratori
«rivendica la nazionalizzazione delle banche, senza indennizzo
e sotto il controllo dei lavoratori, quale misura indispensabile
di svolta sociale e di igiene morale, persino a tutela dei
piccoli risparmiatori»: così Marco Ferrando del Pcl secondo
cui occorre «nazionalizzare le banche, non i loro debiti;
abbattere i mutui, non i salari; governino i lavoratori, non i
banchierì». Queste - fa sapere Ferrando - «saranno tra le
parole d’ordine che porteremo l’11 ottobre alla manifestazione
nazionale delle sinistre».
«L’attuale crisi finanziaria - prosegue - smaschera le
ipocrisie di 20 anni. I governi più liberisti nel colpire i
lavoratori diventano i più statalisti quando si tratta di
salvare i banchieri a spese dei contribuenti. È a questo che si
prepara Berlusconi, mentre si affretta a rassicurare i
risparmiatori? La verità è che le banche italiane, impegnate
ad accrescere il proprio bottino nel trasporto aereo e
ferroviario, nascondono i propri bilanci proprio ai
risparmiatori: mentre continuano a crescere i mutui usurari,
cadono i fondi pensione, rischiano la bancarotta centinaia di
enti locali. Le sinistre non hanno nulla da proporre all’altezza
della gravità della crisi?».(ANSA).
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Roma, 1 ott. (Adnkronos) - «Se la Cgil rompe finalmente con
Confindustria, è un bene per il mondo del lavoro. Ma non può ora
fermarsi a metà strada. Deve intraprendere la via di un vero sciopero
generale, su una piattaforma di svolta, che ingaggi un’autentica prova
di forza col padronato e col governo: a partire dalla rivendicazione
di un aumento generale dei salari di almeno 300 euro, e della
cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro». Lo
afferma Marco Ferrando del Partito dei comunisti lavoratori.
«È necessaria l’unità di lotta di tutte le organizzazioni
sindacali non concertative e di tutte le sinistre a sostegno di questa
prospettiva -esorta- Centrale è la promozione unitaria di
un’assemblea nazionale intercategoriale dei delegati che vari una
piattaforma di svolta per una vertenza generale di tutto il mondo del
lavoro».
E assicura: «Il Partito comunista dei lavoratori si batterà
tanto più oggi in ogni sindacato e luogo di lavoro per questa
prospettiva».
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