mercoledì 7 gennaio 2009

La rivolta greca continua nel 2009 dal nostro diario di lotta

(7 gennaio 2009)

Capodanno
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Forse non siamo riusciti a bruciare di nuovo l'odiato albero di Natale del sindaco destrorso di Atene come si fece prima di Natale, ma abbiamo organizzato con successo una notevole azione in piazza della Costituzione ad Atene, di fronte al Parlamento greco, dove migliaia di persone, in maggioranza poverissimi lavoratori immigrati, si sono ritrovate non avendo altre possibilità di festeggiare una notte di Capodanno: un nutrito gruppo di compagni dell'EEK (Ergatikó Epanastatikó Kómma, Partito rivoluzionario dei lavoratori), assistiti da compagni del NAR (Neo Aristeró Révma, Nuova corrente di sinistra) nel Movimento internazionalista contro la guerra, hanno alzato striscioni in arabo e greco a difesa dell'eroico popolo palestinese di Gaza, per l'arresto immediato del massacro, per la libertà della Palestina e per il diritto al ritorno in patria di tutti i profughi palestinesi. I nostri slogan hanno attirato molti lavoratori immigrati arabi, cosicché la manifestazione di solidarietà aveva un nucleo di 300-400 persone, mentre ai nostri slogan facevano eco migliaia di persone in piazza. Il discorso del sindaco per il Capodanno 2009 è stato molto disturbato e lui era ovviamente irritato, cosí ha dovuto dichiarare il suo ipocrita "appoggio" al popolo di Gaza. La polizia ha cercato inutilmente di intimorirci, ma non ci sono stati scontri.

Allo stesso tempo, circa mille anarchici hanno fatto la loro riuscita notte di Capodanno davanti alle Prigioni Centrali di Korydallos. I carcerati, che in novembre hanno fatto la loro rivolta chiedendo condizioni umane, erano riuniti dietro alle sbarre delle finestre, acclamavano i loro sostenitori fuori dalla prigione e ripetevano gli slogan contro la repressione poliziesca.


2 gennaio 2009
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Due medici dell'EEK, la compagna Katerina Matsa ed io, hanno visitato, nell'unità di terapia intensiva dell'ospedale di Evangelismós ad Atene, Konstantina (Kostandina in greco) Koúneva, l'eroica lavoratrice immigrata bulgara e sindacalista militante che il 23 dicembre 2008 è stata selvaggiamente aggredita con l'acido solforico. Non è stato solo un dovuto gesto di solidarietà, ma volevamo avere un quadro medico completo delle sue condizioni. Rispettiamo pienamente il dovere medico del segreto professionale nei riguardi della paziente, ma questa volta il silenzio su ciò che è REALMENTE successo e sulle sue orribili conseguenze è complicità con i criminali. Abbiamo già molte prove che lo Stato, i boss, i mafiosi, i gangster che controllano l'importazione di manodopera immigrata e la sottopongono ad una vera schiavitú, molte altre forze reazionarie, incusa la burocrazia sindacale, vogliono nascondere la verità e metter fine al crescente movimento di solidarietà che unisce l'indignazione per la barbara aggressione a Konstantina con quella per l'uccisione del giovane Alexis da parte della polizia il 6 dicembre.

La verità è questa: Konstantina non solo ha perso un occhio, ha l'altro occhio gravemente leso ed il volto bruciato; e piú importante è che tutto l'apparato digerente superiore - bocca, faringe, esofago, stomaco, perfino il duodeno - è stato bruciato dall'acido. Anche l'albero tracheale è stato leso gravemente, cosí come la laringe.

Bisogna trarre due conclusioni di rilevanza umana e politica.

Primo, gli assassini non le hanno solo gettato in faccia l'acido solforico l'hanno costretta con la forza ad inghiottirlo; le ustioni alla faccia e agli occhi sono state un "danno collaterale" mentre, probabilmente, lottava con i suoi aggressori (che devono essere stati in piú d'uno per fare una cosa tanto orribile). Gli assassini hanno agito per ucciderla, non solo intimorirla. Per uccidere lei e terrorizzare il suo sindacato e tutto il movimento sindacale di classe. Il metodo, molto inconsueto in Grecia, ha tutte le caratteristiche dei sicari mafiosi. Ma solo adesso la polizia, dieci giorni dopo il crimine, ha iniziato qualche interrogatorio sull'ipotesi principale che sia stata aggredita da... un amante! Vi ricordiamo che Konstantina è da molto tempo una sindacalista per la lotta di classe, segretaria del PECOP, l'Unione pan-attica del personale di pulizia e domestico, alla guida della battaglia per i diritti degli addetti alle pulizie terribilmente sovrasfruttati (per lo piú lavoratori immigrati assunti da ditte private ed affittati a servizi pubblici, pagati con spiccioli per orari di sette ore di cui solo cinque registrate nero su bianco).

La seconda conclusione è che con lesioni cosí estese, specialmente nel tubo digerente, la sua vita sarà, se non in pericolo immediato, una vera tortura per tutto il tempo che le rimane. È il movimento operaio come tale, in Grecia ed a livello internazionale, che deve prendere le difese di Konstantina e di tutti i lavoratori, immigrati o no.


3 gennaio 2009
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A mezzogiorno c'è stata una dimostrazione di duemila persone a Petralona, il quartiere di Atene dove vive Konstantina Koúneva, organizzata da un'iniziativa della popolazione locale.

Alle 15, una dimostrazione di quattromila persone a difesa dei palestinesi di Gaza, convocata da sindacati ed organizzazioni di sinistra, ha sfilato dall'Università di Atene nel centro della capitale fino alle ambasciate statunitensi ed israeliane. Sono state lanciate pietre e qualche bottiglia Molotov e la polizia antisommossa ha attaccato tutto il corteo con uso massiccio di lacrimogeni, impedendo al grosso di avvicinarsi all'ambasciata israeliana.

Al ritorno dalla manifestazione, alle 19:30 (ora locale) abbiamo saputo che era cominciata l'invasione di Gaza da terra da parte della fanteria e dei carri armati sionisti, da lungo attesa. Abbiamo già discusso e deciso nuove azioni di solidarietà. La prima è una dimostrazione domani pomeriggio.

GIÚ LE MANI DA GAZA! Le truppe sioniste fuori da Gaza, ORA! Libertà per la Palestina!


Savas Michael, 3 gennaio 2009

info@pclavoratori.it

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