Comunicato dei compagni di Torino per il boicottaggio della fiera del libro
FIERA DEL LIBRO - Torino/Lingotto, 8-12 maggio 2008
In questa Fiera la cultura è oltraggiata e ridotta a pretesto dell'invito allo Stato d'Israele come ospite d'onore, nel 60° della sua fondazione. Il Governo Italiano (Berlusconi-Prodi-Berlusconi) mantiene un accordo di cooperazione militare bilaterale con Israele, nel quale sono impegnati servizi segreti e apparati militari.
Lo Stato d'Israele fu artificiosamente creato in terra di Palestina nel 1948 con decreto dell'ONU, per volontà delle potenze occidentali vincitrici della seconda guerra mondiale, in funzione di autoassoluzione dall'orrore dell'Olocausto, e con il riconoscimento compiacente dell'Unione Sovietica di Stalin.
Stato in realtà creato nella logica della spartizione del pianeta in zone d'influenza sotto controllo dei vincitori, ottimo avamposto occidentale in Medio Oriente, a compenso del controllo sovietico sull'Europa orientale.
Il 1948 fu la nakba, per i palestinesi la catastrofe: centinaia di migliaia di abitanti arabi forzati all'esilio dalla loro terra, espropriati dei loro beni, o ridotti a prigionieri nelle loro case dall'occupazione israeliana. Fu l'inizio della pulizia etnica della Palestina, che non ebbe mai fine, arrivata oggi all'orrore del muro dell'apartheid in Cisgiordania, mentre Gaza è ridotta a un grande campo di concentramento.
Da 60 anni il popolo palestinese si è organizzato e continua ad organizzarsi per opporre la sua resistenza a questa mostruosità.
Da 60 anni Israele continua impunemente nella sua pratica di annientamento del popolo palestinese.
A partire dal 1948, migliaia di cittadini ebraici, provenienti in gran parte dai paesi baltici e dall'Europa dell'Est, dove la persecuzione nazista era stata più feroce e spietata, partirono esuli a conquistare la terra promessa dalla delirante ideologia sionista, "una terra senza popolo per un popolo senza terra", ovvero una Palestina ripulita dai palestinesi per gli ebrei colonizzatori.
Ora è tempo che gli ebrei si riscattino da questo inganno.
L'accusa di ansitemitismo a chi, come noi, si batte contro la pulizia etnica messa in atto da Israele in Palestina è la più odiosa e volgare, tanto più se viene da quegli ambienti che, in nome della "pacificazione nazionale", hanno teorizzato la legittimazione del fascismo e delle leggi razziali in casa nostra, perché è proprio l'ideologia razziale del sionismo a favorire l'identificazione tra ebreo ed oppressore, e quindi ad esporre il popolo ebraico al rischio di reazioni antisemite.
Allora la lotta all'antisemitismo è inseparabile dalla lotta al sionismo e per questo ci richiamiamo alla tradizione dell'ebraismo democratico, socialista, antisionista: la tradizione di Rosa Luxemburg, dell'insurrezione del ghetto di Varsavia, della lotta contro le connivenze tra vertici sionisti e capi nazisti nel convergente rifiuto di ogni assimilazione dei cittadini ebraici nella società tedesca ed europea.
Tanto più oggi, il riscatto dell'ebraismo agli occhi dei popoli oppressi passa per il recupero di questa tradizione, contro il sionismo e a fianco delle istanze di liberazione delle masse arabe.
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