giovedì 14 giugno 2007

Sulla vicenda dello sfratto dei lavoratori immigrati

Comunicato della sezione olbiese del movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori sulla vicenda dello sfratto a Olbia ai danni di un gruppo di immigrati.

Il grave sfratto ai danni di sette immigrati a Olbia porta alla luce la vergognosa realtà delle condizioni di vita in cui versano i lavoratori immigrati sfruttati dai padroni della città e nell’intero paese.
Il problema principale degli immigrati riguarda l’ignobile meccanismo messo in atto dalla legge Bossi-Fini; col fatto che il contratto di soggiorno viene condizionato dall’esistenza di un contratto di lavoro, i lavoratori immigrati sono vergognosamente ricattati dal padronato e versano in uno stato di schiavitù salariata: la loro permanenza nel paese è così strettamente legata alle sporche regole del padrone, che si trova nelle condizioni di ricattarli continuamente, pena la perdita del permesso di soggiorno.
A rendere ancora più grave la situazione è la presenza dei lager razzisti chiamati Cpt (centri di permanenza temporanea), istituiti dal primo governo Prodi attraverso la legge Turco-Napolitano dove vengono rinchiusi, in condizioni disumane, gli immigrati prima di essere espulsi dal paese; anche questi diventano un’arma di ricatto ai lavoratori immigrati da parte delle imprese.
Il semi-ciarlatanesco decreto Amato-Ferrero (quest’ultimo ministro di un partito che fino a poco tempo fa si schierava dalla parte degli immigrati), mantenendo il meccanismo di sfruttamento di classe della Bossi-Fini, ha come unico scopo quello di tentare di arginare la lotta degli immigrati contro le leggi razziste e anti-operaie dei governi borghesi; scopo che sembra non riuscire, come si è visto dalle mobilitazioni determinate degli immigrati nei mesi scorsi.
L’altro aspetto della questione riguarda il problema delle case e degli affitti in nero, un altro fattore che degrada ulteriormente le condizioni di vita dei molti immigrati: come Partito Comunista dei Lavoratori avevamo posto prima delle elezioni, in cui abbiamo annullato la scheda, come soluzione a questa vergogna l’espropriazione delle case sfitte da tempo e in primo luogo delle grandi proprietà immobiliari, e il loro affidamento a nuclei familiari e a persone che ne necessitino, compresi gli immigrati, con permesso di soggiorno e non. Un’altra seria misura da adottare è l’introduzione di un canone d’affitto equo commisurato al reddito, perché è vergognoso che un lavoratore debba spendere l’interno stipendio o buona parte di esso per ottenere ciò che è un diritto!
Ma ciò che colpisce di più di tutta questa vicenda è che i poveri lavoratori sfrattati saranno rinchiusi in un Cpt e rimpatriati nei loro paesi d’origine, perdendo la speranza di una vita più dignitosa.
Esprimendo la più sentita solidarietà agli immigrati sfrattati, come Partito Comunista dei Lavoratori chiediamo e lottiamo per:


-L’ABOLIZIONE DEI CPT, VERI LAGER RAZZISTI;
-L’ABOLIZIONE DELLE LEGGI BOSSI-FINI, TURCO NAPOLITANO E DEL DECRETO AMATO-FERRERO;
-UNA SANATORIA GENERALIZZATA PER TUTTI GLI IMMIGRATI PRESENTI E IL RILASCIO A TUTTI DEL PERMESSO DI SOGGIORNO;
-L’ESPROPRIAZIONE DELLE GRANDI PROPRIETA’ IMMOBILIARI E IL LORO AFFIDAMENTO A FAMIGLIE E PERSONE CHE NE NECESSITINO, COMPRESI GLI IMMIGRATI;
-L’UNITA’ DI CLASSE TRA I LAVORATORI ITALIANI E I LAVORATORI IMMIGRATI, PERCHE’ SOLO LOTTANDO UNITI SI PUO’ VINCERE.

Ovviamente, questi obiettivi possono essere ottenuti soltanto con la lotta e l’opposizione ai governi della confindustria e delle banche, unificando le lotte in un'unica vertenza generale dei lavoratori. Solo una direzione rivoluzionaria, però, può portare queste lotte a vincere; pertanto facciamo appello a tutti i partiti politici e sindacati della sinistra: rompete col governo Prodi e con la borghesia, per unire tutte le forze in polo autonomo di classe che unifichi le lotte e rappresenti fino in fondo gli interessi dei lavoratori, per tornare a vincere. E’ la traduzione in politica dei fischi di Mirafiori e del malcontento operaio, che chiedono una sinistra che non tradisca, ciò che stiamo costruendo come Partito Comunista dei Lavoratori.

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