martedì 18 settembre 2007

BASTA SACRIFICI! NO ALL’ACCORDO DEL 23 LUGLIO

Il pronunciamento F.I.O.M. contro l'accordo del 23 luglio su pensioni e precariato apre una breccia preziosa.
Sono vent'anni che tutti i governi, di centro-destra e di centro-sinistra, chiedono sacrifici ai lavoratori, colpendo in primo luogo la previdenza pubblica e le condizoni del lavoro. Il risultato è che i salari dei lavoratori sono in picchiata, le loro pensioni future sono colpite, milioni di giovani supersfruttati non sanno come campare. Mentre nel solo 2005 le prime venti imprese italiane hanno guadagnato 41milardi di profitti netti (largamente esentasse). Uno scandalo.
Ora il governo Prodi, sostenuto dalle sinistre cosiddette "radicali" (sic), vorrebbe imporre un innalzamento dell'età pensionabile addirittura maggiore di quello predisposto da Berlusconi e la salvaguardia della legge 30 ( Maroni), contro cui hanno lottato in passato milioni di lavoratori. E' vergognoso che le burocrazie sindacali CGIL-CISL-UIL abbiano siglato quest'accordo contro gli operai e contro i giovani, ad esclusivo vantaggio degli industriali e dei banchieri, a cui l'ultima finanziaria votata da tutte le sinistre ha già regalato 5 miliardi di euro (10 a regime).
Cosa aspettano le sinistre ministeriali, oggi "critiche", a rompere con un governo confindustriale? Altro che piccoli emendamenti letterari all'accordo come foglia di fico per votarlo, conservare le poltrone e tenersi amico Epifani! La politica degli industriali non va emendata, va respinta. Ai sacrifici bisogna dire "BASTA"!

Invitiamo tutti i lavoratori e lavoratrici a votare NO all'accordo Prodi-Epifani-Montezemolo in ogni fabbrica e luogo di lavoro.

Formiamo ovunque comitati unitari per il NO all'accordo e avviamo una campagna capillare di controinformazione e denuncia!
E' necessaria una grande assemblea nazionale di delegati sindacali, democraticamente eletti nei luoghi di lavoro, che promuova lo sciopero generale e rompa definitivamente con la lunga stagione della concertazione e segni una svolta di fondo del movimento operaio.
Proponiamo che dopo 20 anni di negoziati a perdere sulla piattaforma del padronato (e sulla pelle dei lavoratori), si apra una vertenza generale di lotta che unisca lavoratori, precari, disoccupati sulle loro rivendicazioni ed esigenze, contro le classi dominanti e i loro governi.

C'è la forza per tornare a vincere, ma alla sola condizione che il mondo del lavoro ritrovi l'indipendenza delle proprie ragioni, ribellandosi alla dittatura degli industriali e dei banchieri.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, che terrà a gennaio il proprio congresso fondativo, si pone al servizio di questa causa.

Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori
Direzione nazionale – via Marco Aurelio 7 – 20127 Milano – tel.388/6184060

info@pclavoratori.it

18 Luglio 2007

10 commenti:

Anonimo ha detto...

viviamo in un periodo storico nel quale soffia il vento del conservatorismo, del populismo, del bonapartismo e del neo-liberismo
bisogna resistere, resistere, resistere!
detto questo, pensate davvero che se le sinistre ( da voi definite ministeriali ) comuniste, verdi e socialiste uscissero dal governo cambierebbe qualcosa in meglio per i lavoratori? no, anzi, la situazione potrebbe solo precipitare! i democristiani di Casini non aspettano altro!
bisogna sostenere le sinistre al governo, farle cadere significherebbe agevolare gli interessi della confindustria, della burocrazia statale, dei militari e della Chiesa

Anonimo ha detto...

Questa strategia non è altro che la riproposizione di esperienze dimostratesi sempre fallimentari mel corso della storia; a partire da quando nel 1848, in Francia, Louis Blanc divenne membro del governo provvisorio borghese, nel tentativo di spostarlo a sinistra: peccato che pochi mesi dopo i rappresentanti del proletariato, dopo essere stati utilizzati temporaneamente dalla borghesia per legittimare il suo dominio, furono cacciati via dal governo e gli operai repressi e massacrati nelle strade. Si potrebbero citare innumerevoli casi del genere nel corso della storia, tutti con lo stesso esito. Solo mantenendo un'indipendenza di classe, come insegna la rivoluzione bolsscevica, è possibile prendere il potere e instaurare la dittatura rivoluzionaria dei lavoratori.
Stando nel governo borghesie Prodi-Padoa Schioppa i partiti della sinistra non fanno altro che contribuire all'attacco dei diritti dei lavoratori, privando questi di un'opposizione reale contro i governi delle classi dominanti.

Anonimo ha detto...

il 1848 in Francia è stato un periodo convulso, nel quale il governo repubblicano provvisorio ( quello dopo la fuga di Luigi Filippo )fece alcuni errori fatali che spinsero i contadini ( vorrei ricordati che i 2/3 della popolazione francese era composta da contadini! )a spostare i loro voti a destra anziché a sinistra, provocando lo spostamento dell'Assemblea a destra, dove i nemici della democrazia s'impadronirono delle leve delle potere che usarono per reprimere i moti popolari. A Blanc non può essere rimproverato niente, anzi anni dopo, nel 1879, chiese anche un'amnistia per i comunardi!
per favore non resuscitiamo la rivoluzione bolscevica: fino all'ottobre del 1917 la Russia era un paese democratico, dopo divenne una dittatura.........dell'avanguardia del proletariato, cioé dell'elitè del proletariato
e per me tra dittatura di destra o del proletariato poca differenza corre, perché in entrambe non sono garantiti diritti né libertà né uguaglianza
rileggi Bakunin sulla dittatura del proletariato: o rivoluzione non-violenta di massa o semplicemnte le elitè al potere si limitano ad avvicendarsi!
Ma fino a quando non ri realizzerà la rivoluzione non-violenta che faremo?
se i partiti di sinistra escono dal governo non ci sarà nessuna opposizione alle pretese della borghesia, non ci sarà nessun santo che difenderà i lavoratori!
bisogna essere pragmatici, non ideologici!

Anonimo ha detto...

Caro Teseo,
sotto la Monarchia di Luigi Filippo regnava una frazione della borghesia, composta da banchieri, finanzieri, costruttori di ferrovie, i proprietari delle miniere, una parte della proprietà fondiaria...insomma l'alta borghesia, l'aristocrazia finanziaria...il governo provvisorio, sorto sotto la spinta della barricate di febbraio, fu essenzialmente un governo della borghesia repubblicana, nel quale vi erano due soli rappresentanti della classe operaia (completamente subordinati a essa), Louis Blanc e Albert...tutti i ministeri del governo provvisorio, prima ancora che fosse proclamata la repubblica, erano stati ripartiti tra gli elementi borghesi del nuovo governo, tra i generali, i banchieri e gli avvocati del "National", il giornale della borghesia repubblicana. Nonostante ciò, la borghesia, sotto la pressione del proletariato, aveva dato delle concessioni a quest'ultimo...una commissione del lavoro incaricata di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, con sede...in Lussemburgo.
In questo modo la borghesia isolò i rappresentanti del proletariato dal potere effettivo, li rinchiuse in una "sinagoga socialista", come affermava Marx, tenne buona la classe operaia e mantenne per sè i ministeri delle finanze, del commercio, dei lavori pubblici ecc... l'unica "conquista" della commissione del Lussemburgo, diretta da Louis Blanc, furono i laboratori nazionali, che contribuirono solo a sottomettere il proletariato al credito borghese, e farlo apparire alla piccola-borghesia, le cui condizioni diventavano sempre più insopportabili, come parassita... ecc gli "errori" che contribuirono allo spostamento dei contadini e della piccola borghesia dalla parte di Napoleone III: la dipendenza del proletariato dalla borghesia,quindi la mancata alleanza del primo con i contadini, e l'inadeguatezza dei dirigenti della classe operaia...
Per quanto riguarda il '17, vorrei ricordarti che il governo Kerenskij, non solo ha continuato il massacro imperialista, nonostante la condizione disastrata della Russia e in particolare dei contadini, ma non ha dato la terra a quest'ultimi e non ha portato avanti nessuna riforma democratica seria. Dietro questo governo in realtà vi erano i proprietari terrieri, i capitalisti, e i generali zaristi, ai quali faceva comodo che si continuasse la guerra...inoltre la rivoluzione democratica non poteva essere assolta dalla borghesia, dato il carattere combinato dell'economia capitalistica con forme di proprietà feudale, e quindi il legame tra borghesia e zarismo...solo con la rivoluzione proletaria d'ottobre, con la dittatura rivoluzionaria del proletariato sostenuto dai contadini sono state possibili le riforme democratiche, la riforma agraria, e la Russia è uscita dal macello della Prima Guerra Mondiale... per quanto riguarda il 1848, se non li hai ancora letti, ti consiglio di leggere Lotte di classe in Francia e il di 18 Brumaio di Luigi Bonaparte di Marx...
Umberto

Anonimo ha detto...

Nel 1848 fu una vera innovazione l'introduzione di due rappresentanti delle classi popolari , Albert e Blanc, nell'assemblea nazionale.
Infatti, fino ad allora lo Stato era diretto dalla borghesia finanziaria e industriale, ma nel 1848 finalmente il proletariato ( dovremmo abolire questo termine, non riesce a dare una descrizione storica adeguata delle classi sociali dell'epoca ) potè venir coinvolto nelle decisioni politiche.
Ovviamente, è nota la deriva conservatrice del governo repubblicano, quello che non sai è che gli opifici nazionali furono organizzati in barba alle opinioni di Blanc, che aveva proposto un altro modello di opificio, non invece quello che realizzò il governo, un luogo di lavoro poco produttivo per tenere buoni gli operai
Foprse dimentichi che la commissione di Blanc si tenne nel palazzo del Lussemburgo, non in Lussemburgo.
Ma oltre a leggere Marx, non si dovrebbero leggere altri autori, eh? Hai letto Herzen che fu testimone di quel periodo????
Kerenskij non realizzò riforme democratiche, è vero.....ma da qui a dire che Lenin le realizzò.....
Lenin instaurò un governo autoritario senza garanzie per i diritti dei russi, in barba alle teorie marxiane!

Anonimo ha detto...

Sono daccordo sul fatto che il 1848 abbia rappresentato una vera innovazione,dal punto di vista dell'avanzamento delle classi popolari, e del proletariato (che rappresentava una parte del popolo, la classe operaia industriale), grazie all'introduzione di due suoi rappresentanti , Louis Blanc e Albert...ma la caduta della Monarchia di Luigi Filippo, e la conseguente creazione del governo provvisorio, furono in larga misura frutto delle barricate e delle sommosse degli operai...quest'ultimi, nonostante avessero svolto un ruolo di primo piano nella rivoluzione, ne sono usciti sconfitti per la loro dipendenza dalla borghesia, e probabilmente per il fatto che il proletariato stesso e i suoi dirigenti non erano ancora sufficentemente maturi...insomma, la borghesia repubblicana ha prima manovrato le classi popolari e il proletariato contro la monarchia e poi, quando ha visto che chiedevano troppo, li ha prima emarginati,poi divisi( introducendo alcuni elementi proletari e sotto-proletari nella guardia nazionale) e poi repressi per mezzo della stessa guardia nazionale...per quanto riguarda la rivoluzione Russa ti ricordo che tra i primi atti del governo dei soviet vi furono: la distribuzione delle terre ai contadini,l'introduzione della giornata lavorativa di otto ore, l'affidamento delle fabbriche agli operai,l'apertura immediata di trattavive per l'uscita della Russia dalla guerra, la completa separazione tra stato e chiesa, pari diritti delle donne rispetto agli uomini, introduzione del divorzio ecc...inoltre furono denuciati tutti gli accordi internazionali segreti compiuti dal regime zarista...bisogna ricordare inoltre che subito dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi, scoppiò una guerra civile, diretta contro il nuovo governo dall'esercito bianco, che era condotto da ex-ufficiali zaristi e appoggiato da una quindicina di paesi imperialisti...la situazione (considerato anche che la Russia era uscita in condizioni disastrose dalla prima guerra mondiale) era dunque estremamente difficile per il nuovo governo, che non si poteva certo permettere di dare grande libertà a tutti, ad esempio ai menscevichi e ai social-rivoluzionari, che compivano attentati contro il nuovo governo...scusa per la lunghezza della risposta, ma ho poca capacità di sintesi... P.S. cercherò di leggere qualcosa di Herzen, ma tu leggi anche quei libri di Marx, nel caso non li hai letti...
Umberto

Anonimo ha detto...

è verissimo che la monarchia di Luigi Filippo cadde grazie alle barricate degli operai di Parigi e all'appoggio della borghesia finanziaria e industriale, emarginata negli ultimi anni di regno a favore di altre frange più conservatrici delle classi privilegiate francesi
è verissimo che la borghesia, che mai avrebbe potuto proclamare la repubblica senza l'aiuto delle classi popolari, tradì poi le richieste di maggiore democraticità nella gestione del potere e giustizia sociale in economia che provenivano dagli operai e dagli ceti altri popolari
però la sconfitta del movimento operaio e dei socialisti non fu causata dall'immaturità della dirigenza operaia, ma dall'indisponibilità della borghesia a soddisfare le richieste sociali che provenivano dal popolo, che preferì una sterzata conservatrice per paura di perdere i propri privilegi che concedere diritti ai lavoratori. Blanc fu una vittima di questa svolta, paragonabile alla controrivoluzione di Mussolini del 1922 ( anche in quel caso, la classe dirigente liberale rifiutò la democrazia e preferì la tirannia pur di non concedere diritti ai lavoratori ).
Eh! Resta il fatto che Lenin abbattè un governo democratico ( seppur guerrafondaio ) con la forza:
i punti del programma che hai elencato furono probabilmente enunciati per conquistare l'appoggio della popolazione, che nella stragrande maggioranza era indifferente al bolscevismo, e poco dopo lo stesso Lenin autorizzò l'istituzione della Ceka ( KGB )e la costruzione di uno Stato che di democratico non aveva proprio nulla! vero è che in quelle condizioni la costruzione di uno Stato democratico era impossibile, ma quando i bolscevici vinsero le armate bianche, perché non fu costruito uno Stato democratico? Te lo dico io: chi conquista il potere non lo cede mai per amore del popolo e di Dio, anzi cerca di mantenerlo!
Lenin non era marxista, era blanquista!
Aveva ragione Bakunin ( e Tolstoj ) quando diceva che in realtà i marxisti volevano semplicemente sostituirsi alla borghesia quale classe dominante.
Ho appena ordinato Critica al programma di Gotha

Anonimo ha detto...

vorrei aggiungere alcune considerazioni:
il governo provvisorio nato poco dopo la fuga di Luigi Filippo era pesantemente spostato a sinistra ( Ledru-Rollin era addirittura ministro degli esteri! ) ma gestì molto male la crisi economica che all'epoca affliggeva la Francia ( gli opifici nazionali erano fabbriche in perenne perdita, utili solo per far lavorare senza troppi sforzi i numerosi disoccupati ) e si ricordò dei contadini solo per esigere da loro nuove tasse( ricordo sempre 2/3 della popolazione erano contadini! ): non appena si tennero le elezioni politiche, i monarchici e i clericali, forti del discredito del governo provvisorio presso contadini e borghesia, conquistarono la maggioranza dei seggi dell'Assemblea ed iniziarono una lenta e inesorabile opera di marginalizzazione e poi di repressione delle correnti politiche di sinistra
insomma, quando un governo si proclama di sinistra.....deve fare una politica di sinistra altrimenti finisce per screditarsi e favorire le forze politiche conservatrici e clericali!

Anonimo ha detto...

Nell'ultimo commento hai perfettamente ragione riguardo al fatto che un governo che si proclama di sinistra, e non fa una politica conseguentemente di sinistra, finisce per screditarsi e favorire le forze politiche conservatrici e reazionarie...ciò dipinge esattamente l'attuale situazione della sinistra che appoggia ostinatamente il governo Prodi, che sta perdendo credibilità di fronte alle masse popolari che dovrebbe rappresentare; essa si sta rendendo complice di truffe ed inganni colossali ai danni dei lavoratori (vedi Tfr e legge sulle pensioni, per non dirne altre), contribuendo ad impoverirli enormemente, riversando su di essi tutte le tasse, mentre le prime venti imprese italiane fanno profitti di circa 40 miliardi in un anno, largamente esentasse... il problema quindi non è sperare che si faccia una politica di sinistra, a favore dei lavoratori, all'interno di un governo borghese e in un sistema di capitalismo finanziario parassitario: l'esperienza di questi ultimi 20 anni in Italia dice esattamente il contrario...ciò che bisogna fare con urgenza è andare in mezzo ai lavoratori, e spiegargli pazientemente che non ci sono governi borghesi "amici", che possano soddisfare i loro interessi, ma gli unici che possono sono loro stessi autorganizzati; che l'unico modo per emancipare il lavoro è l'abbattimento del capitalismo...è un percorso che può sembrare immane, interminabile, ma non c'è altra strada...per quanto riguarda la rivoluzione Russa, si trattava di instaurare una democrazia operaia e non borghese, cioè una democrazia dei soviet, nei quali i bolscevichi avevano la maggioranza...nei soviet tutti i partiti rivoluzionari avrebbero potuto confrontarsi democraticamente al loro interno...ma ne furono esclusi i menscevichi e i social-rivoluzionari, che si dimostrarono ostili al nuovo governo, e si misero di fatto al servizio della borghesia, e quindi per una restaurazione del capitalismo...solo dopo la morte di Lenin nel 1924, e l'avvento al potere di Stalin, i soviet persero il loro contenuto di democrazia rivoluzionaria, e nella costituzione sovietica del 1936 furono assimilati in un sistema istituzionale molto simile a quello di una repubblica parlamentare...

Si, noi marxisti vogliamo sostituire alla dittatura della borghesia quella del proletariato(o dei lavoratori), perchè è l'unica via per arrivare alla completa liquidazione del capitalismo, della della società divisa in classi, per l'avvento di una società di liberi ed eguali...purtroppo ciò non è avvenuto in Russia, non certo per colpa di Lenin, ma per il fatto che le socialdemocrazie kautskiane e i sindacati riformisti hanno ostacolato il proletariato e le masse verso la presa del potere in Europa(causando l'isolamento della riv. russa), allo scopo di difendere i propri posti di potere nel sistema capitalistico...

Anonimo ha detto...

errata corrige: Ledru-Rollin fu ministro degli interni, non degli esteri
dunque, l'attuale governo di sinistra è il meno schifoso che si poteva mettere in piedi con la legge elettorale attuale e la mancanza di una maggioranza certa in Senato.
definirlo borghese mi sembra anacronistico, ormai tutti si sono imborghesiti, compresi gli operai che nel Nord hanno votato a destra!
ma quale alternativa ci può essere oltre alla democrazia che voi definite borghese? io non vedo altre alternative.
il problema, semmai, è che il sistema democratico è incompatibile con il sistema economico di tipo capitalistico, in una democrazia siamo tutti uguali, nel capitalismo esistono solo capitalisti e consumatori.
Il capitalismo per nostra fortuna è solo uno dei sistemi economici affermatisi nella storia del genere umano, quando esso sarà improduttivo, cioé quando fornirà scarsissimi profitti anche a chi monopolizza lo sfruttamento e il guadagno in tale sistema, inizierà a crollare come un castello di sabbia. Ovviamente questo avverrà solo tra qualche secolo, che fare nel frattempo? crepare sotto il tallone dello sfruttamento?
no, anzi, dobbiamo da una parte accelerare la fine di questo iniquo sistema economico con la democratizzazione della produzione, dall'altra dobbiamo diminuire i danni che provoca tale sistema.
ma solo un altro potere può contenere o vincere un altro potere: solo il potere politico può contenere e modificare il potere economico.
allora è necessario far sì che il sistema politico sia democratico e che vari politiche adatte alla democratizzazione dell'economia.
Non può il sistema politico inglobare quello economico, altrimenti si cade nell'errore sovietico nel quale i vertici del sistema politico erano gli stessi di quello economico: non è possibile programmare l'economia, essa per sua natura è aleatoria, fluttuante, instabile mentre i sistemi politici sono sistemi più o meno solidi.
ma se furono proprio i bolscevici a snaturare i soviet che da espressione democratica diretta del popolo russo divennero camere di approvazione delle politiche bolsceviche! quando si tennero libere elezioni in Russia furono i menscevichi e i socialisti rivoluzionari a vincere, ma i bolscevici ignorarono il risultato elettorale e trasformarono il regime bolscevico in un regime autoritario e oligarchico!
se c'erano dei socialisti non borghesi quelli erano i socialisti rivoluzionari, e questi non appena videro che Lenin stava diventando un nuovo zar rosso, reagirono come sappiamo. I soviet avevano perso ogni traccia di democraticità rivoluzionaria ben prima dell'avvento di Stalin....
ehm, compagni sostituire ad una dittatura del capitale quella del proletariato non è paradossale?
io preferirei vivere sempre nella democrazia, mai in uno stato di dittatura del proletariato, perché saprei quando inizia ma non saprei quando finisce.......
e che succederebbe con una dittatura del proletariato ( Marx aveva torto in quel caso! eccome! ) ??????
un gruppo di persone conquisterebbe un potere assoluto sulla vita di milioni di individui, ma dubito che cederebbero il loro potere per amore del popolo e della democrazia....
con la dittatura del proletariato non nascerebbe una società di liberi ed uguali, semplicemente si ricreerebbe una società di dominati e dominanti come prima solo che questa volta i dominanti si arrogherebbero l'onore di aver creato una società di eguali.....
se rivoluzione deve esserci, deve essere di massa ( niente avanguardie! sanno di classe dominante ), globale e non violenta.
tale tipo di rivoluzione è difficilissima ma per me è l'unica sollevazione che potrebbe davvero generare una società di liberi ed eguali senza passare per il riformismo democratico!