lunedì 10 settembre 2007

Lettera aperta a Michele Carrus, segretario CGIL-Gallura

La lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della Palmera si può vincere solo se si ha fiducia nelle lavoratrici e nei lavoratori stessi. Durante le distribuzioni dei nostri volantini all’ingresso della fabbrica abbiamo constatato che l’intelligenza politica e sociale delle lavoratrici e dei lavoratori determinava la loro volontà di lotta contro il padrone parassita e inetto che vuole disfarsi della fabbrica.
Questa volontà è rafforzata dopo aver provato il disprezzo padronale per gli accordi sindacali. I padroni il cui fine è il profitto ragionano sui rapporti di forza e non sulle “regole democratiche”. Ma i rapporti di forza sono favorevoli al padrone quando c’è la passività e la rassegnazione dei lavoratori. Ma questo non è il caso della Palmera né della classe lavoratrice sarda né di quella internazionale (si pensi alla lotta in corso nella fabbrica AutoVAZ, a Togliattigrad, per portare il salario mensile attuale di 7000 a 25000 rubli. L’indomani dello sciopero d’avvertimento del 1 agosto scorso, la direzione ha distribuito una reprimenda a 170 lavoratori accusandoli di aver violato il codice del lavoro).
Non è vero che la sorte della Palmera dipende da questo o quell’altro imprenditore, ma dalla compattezza e la disciplina dei lavoratori e dalla fedeltà dei sindacalisti alla causa dei lavoratori.
L’unica forma di lotta realistica è l’occupazione della fabbrica e la mobilitazione delle masse olbiesi.
Michele Carrus se deve avere fiducia nelle lavoratrici e lavoratori della Palmera, raccoglierne la volontà di lotta.
La lotta della Palmera dimostra quanto sia fuorviante l’etichetta di Olbia come città berlusconiana. Berlusconiana è la minoranza sociale dominante ad Olbia e lo stuolo di parassiti lacchè che si nutrono delle bricciole che quella minoranza lascia cadere dal tavolo della “grande abbuffata”. Il movimento operaio olbiese ha una storia gloriosa. Quando Olbia si chiamava Terranova, tra il 2 e il 3 dicembre 1922 per debellare il movimento operaio di questa piccola città…..da Civitavecchia partirono duecento fascisti armati di moschetto, di bombe, di due mitragliatrici”( Emilio Lussu).
Noi marxisti siamo consapevoli del ruolo che gli individui ricoprono negli eventi storici, per questo ragione il destino delle lavoratrici e lavoratori della Palmera dipende dalle scelte che farà Michele Carrus: o la lotta e l’occupazione della fabbrica o la sconfitta di 200 lavoratori, della CGIL e di tutto il movimento operaio sardo.

Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori - Sezioni provinciali di Sassari Olbia

3 commenti:

Anonimo ha detto...

è aperto finalmente il sito dei comunisti italiani:
comunistisassari.ilcannocchiale.it
oppure pdcisassari.blogspot
si gradiscono commenti e interventi da tutti, grazie

è vero che la famiglia Palau ha venduto l'azienda alla Bolt, proprietaria della Rio Mare???????

Frank Partisan ha detto...

Good luck in struggle.

Anonimo ha detto...

La famiglia Palau ha venduto il marchio e le quote di mercato (l'8%) della Palmera alla multinazionale Bolton, proprietaria della Rio Mare. Questo significa che i terreni dove ora si trova la fabbrica verranno venduti dai Palau ad aziende immobiliari. I lavoratori perderebbero così il posto di lavoro. Per questo devono contare solamente su loro stessi e occupare la Palmera per scongiurare il rischio di licenziamento. Di conseguenza l'unica via che può salvarli è la nazionalizzazione sotto il loro controllo e senza indennizzo ai padroni.
Antonio