martedì 8 gennaio 2008

Rassegna stampa su Congresso Pcl

lunedì, 07.01.08
1° CONGRESSO DI FONDAZIONE DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

RASSEGNA STAMPA:

FONDAZIONE PCL, FERRANDO: "Governo Prodi totalmente conforme a Confindustria"
Si è svolto a Rimini il congresso fondativo del Partito Comunista dei Lavoratori. Un anno e mezzo fa la rottura con Rifondazione Comunista, colpevole di essere entrata al Governo e soprattutto si sostenerlo in Parlamento. Dal podio dell'Hotel Royal, il portavoce nazionale Marco Ferrando non risparmia proprio nessuno dai suoi strali: Governo e maggioranza, ovviamente, ma anche tutta la sinistra. Si salvano i movimenti e i sindacati di base. E più che altro si salvano milioni di lavoratori, di disoccupati e di pensionati, a cui qualcuno dovrà pur seriamente cominciare a pensare, da sinistra. Ferrando avoca a sé e al suo partito (e sottolinea "partito) questa capacità di farlo. "Il programma del Governo Prodi -premette Ferrando- è totalmente conforme a Confindustria , come dimostrò, ad esempio, l'anno scorso il cuneo fiscale che portò 6 mld di euro di sgravi alle imprese". E giù duro anche contro Diliberto e Bertinotti. "Quando vediamo il presidente del Consiglio, alla conferenza stampa di Natale, ostentare i propri doni agli industriali senza che nessuno, nemmeno da sinistra, alzi un dito, quando vediamo un Oliviero Diliberto che evoca la salma di Lenin mentre continua a votare le missioni di guerra, quando vediamo Fausto Bertinotti che negozia con Berlusconi leggi elettorali e presenta le encicliche di Papa Ratzinger proprio mentre l'alleata Binetti vota contro i diritti degli omosessuali su ispirazione divina, abbiamo la conferma della nostra distanza politica e morale dall'Unione".



FONDAZIONE PCL, FERRANDO /2: Grande industria teme rottura sociale



"Le ragioni del nostro nuovo partito non stanno solo nell'opposizione" spiega Ferrando dal podio dell'Hotel Royal di Rimini "ma in vent'anni di storia italiana. L'obiettivo principe è quello di "ricostruire un nuovo movimento operaio". Il PCL nasce oggi, "ma ha una sua storia, quella di quasi 20 anni di battaglia politica contro la deriva della sinistra italiana. Il capitalismo italiano migliora le proprie posizioni sulla pelle di milioni di operai e di giovani precari. La nuova concertazione tra Prodi, Epifani e Montezomolo significa subordinare ancora di più i salari al profitto. Le missioni di guerra, utili al posizionamento del capitalismo italiano nel mondo, in Libano, nei Balcani, in Afghanistan, ricevono miliardi su miliardi a scapito della spesa sociale e contro i diritti di autodeterminazione dei popoli".

E guai a diffidare dei moniti "buonisti" di quella borghesia che "domina più di prima e che domina più di prima, e che tuttavia ha un consenso sempre più ridotto nel resto della società. Se addirittura il governatore Draghi e Montezemolo, nel mentre rapinano i salari, ne riconoscono la pochezza, lo fanno non per buon animo, ma perché temono la rottura sociale. Per il centro-sinistra, tenere insieme Montezemolo e i suoi operai, le banche e le famiglie indebitate, è impresa alquanto ardua.

Proprio le peggiori misure anti-operaie e anti-lavoro hanno avuto il determinante sostegno delle forze della sinistra. E' stato un sostegno decisivo per far passare nella società italiana queste misure che altrimenti avrebbero incontrato più opposizione e minor rassegnazione".



FONDAZIONE PCL, FERRANDO / 3: Sinistra Arcobaleno? Sinistra Arlecchino.



Tante e gravissime le colpe della Sinistra, compreso il suo rapporto con i movimenti: "e' una Sinistra che usato i movimenti per una scalata istituzionale e burocratica contro i movimenti stessi". E la Sinistra Arcobaleno? "La Sinistra Arcobaleno non è altro che la nuova veste Arlecchino. La sua cancellazione di falce e martello non è altro che la cancellazione delle ragioni del lavoro". La Sinistra Arcobaleno avrebbe "il compito di ridare vita "ad una nuova socialdemocrazia come canale di integrazione e subordinazione del potere operaio". Ma non ci riuscirà: "questo progetto strategico si scontra con limiti e contraddizioni profonde, quale la massa critica modesta della nuova sinistra arcobaleno, nella sua debolezza di radicamento sociale all'interno del movimento operaio. Di certo la socialdemocrazia della seconda repubblica appare infinitamente lontana dalla forza che il PCI aveva nella prima. Da qui la difficoltà ad alimentare entusiasmo nel nuovo soggetto e nel produrre nella base un effetto di trascinamento e di identificazione in esso. La bastonata inferta al popolo del 20 ottobre e alle sue speranze col voto a favore del protocollo sul welfare è indicativa, e, anzi, il parto della Sinistra Arcobaleno coincide con la crisi profondissima di Rifondazione".

Le parole più dure sono forse quelle sulla guerra in Iraq: "non c'è risposta reale alla domanda di pace senza aperta rottura con l'imperialismo e senza chiamare in causa gli interessi delle nostre classi dominanti e i crimini delle loro truppe tricolori come quelli compiuti in Iraq nella battaglia dei ponti con l'assassinio impunito di decine di irakeni. Tutti ricordano gli italiani uccisi a Nassiriya nessuno ricorda bimbi e donne gravide colpiti dal piombo delle truppe italiane."

Nasce il Partito comunista dei lavoratori: sarà mica l'unico coerentemente anticlericale a sinistra?
Marco Bazzichi - resistenzalaica@gmail.com
(4 gennaio 2007)

Al secondo giorno di congresso un'intervista a Ferrando approfondisce il tema della funzione sociale ed economica del Vaticano e le ragioni della conseguente coerente scelta anticlericale del PCL

Rimini, 4 gennaio 2008.
"Per essere coerentemente anticapitalisti, dobbiamo essere coerentemente anticlericali". Così recita uno dei punti programmatici del nuovo partito nato nell'estrema sinistra, il Partito Comunista dei Lavoratori, di cui si è appena svolto il congresso fondativo, a Rimini. Un anno e mezzo fa la rottura con Rifondazione Comunista, colpevole di essere entrata al Governo e soprattutto si sostenerlo in Parlamento.

Dal podio dell'Hotel Royal, il portavoce nazionale Marco Ferrando non risparmia proprio nessuno dai suoi strali: Governo e maggioranza, ovviamente, ma anche tutta la sinistra. Si salvano i movimenti e i sindacati di base. E più che altro si salvano milioni di lavoratori, di disoccupati e di pensionati, a cui qualcuno dovrà pur seriamente cominciare a pensare, da sinistra.

Dietro il linguaggio che a molti può far sorridere, dietro ai richiami a Trotzky o Marx, dietro la falce e il martello, si svela un'analisi della società italiana che è assai difficilmente aggredibile. Se oggi l'anticapitalismo non vuol dire impegnarsi nell'abolizione della proprietà privata, ma impegnarsi per salari più dignitosi, vuol dire anche riconoscere le roccaforti di una società palesemente ingiusta. Palesemente ingiusta verso i più deboli, leggi pensionati e operai, ma palesemente ingiusta verso tutto ciò che esce dal solco della sacra famiglia cattolica. E in questa rivendicazione di una coerenza anticlericale, per Marco Ferrando e i suoi si tratta di riconoscere il Vaticano come una di queste roccaforti.

Non solo Fiat insomma, non solo spesa militare, ma anche Vaticano, vero e proprio intermediario della spesa pubblica e fonte di ingiustizia sociale. Binetti e finanze vaticane insomma, a braccetto: da una parte si negano le unioni civili, dall'altra si alimenta un sempre più vasto oceano fatto di potere finanziario e di hotel che, grazie a una cappella, non pagano l'Ici. E per ogni euro non pagato da qualcosa, in questo caso la Chiesa o il ristoratore, ce n'è uno in più da pagare per l'operaio. Non fa una grinza.

"A differenza della Sinistra Arcobaleno - tuona Ferrando dal podio dell'Hotel Royal di Rimini - il partito che vogliamo costruire non piegherà mai la verità ai codici della convenienza, del silenzio e della complicità". Per rispondere realmente alla "domanda laica ed anticlericale, così presente in tanta parte della società italiana" è necessario "ricondurre le lotte importanti per i diritti civili e le conquiste democratiche come la 194 alla connessione col potere materiale della Chiesa e alla sua profonda connessione col capitalismo italiano e mondiale".

Non vi è autentica risposta alla domanda laica ed anticlericale "senza rivendicare ad esempio non solo la soppressione dei finanziamenti pubblici oggi elargiti a scuole e sanità private, ma l'esproprio del gigantesco patrimonio immobiliare della Chiesa che va devoluto alle esigenze sociali di milioni di lavoratori e di diseredati". Non c'è Pd né Sinistra Arcobaleno che tenga: "Il Cardinal Bertone rivendichi pure il Togliatti dell'articolo 7 come modello per Walter Veltroni, noi all'opposto vogliamo rompere con la lunga e ossequiosa sudditanza storica della sinistra italiana al Vaticano. Quando diciamo che siamo coerentemente anticlericali perché siamo coerentemente anticapitalisti, diciamo questo".

Seguendo il filo del suo intervento, abbiamo chiesto a Marco Ferrando, portavoce del Partito Comunista dei Lavoratori:

Si può dire che c'è un rapporto tra la mancanza di laicità in Italia e il capitalismo italiano?

"C'è una costante di lungo corso, anche qui, della storia della sinistra italiana. Tutte le sinistre trasformiste che hanno cercato una propria ricollocazione sul terreno di un governo ben accetto dalle classi dominanti hanno dovuto subordinarsi al Vaticano. Il Vaticano è un pezzo materiale del blocco dominante. Non è semplicemente un'ideologia, una somma di valori, è una componente organica di quello che oggi è il capitale finanziario, spesso il capitale industriale... per questo diciamo solo essendo coerentemente anticapitalisti si può essere coerentemente anticlericali. Solo da una sinistra che rompa col trasformismo e quindi col compromesso storico con la classe dominante, incluso il Vaticano, si può fare una battaglia di fondo sulla laicità. Le sinistre di governo da un anno e mezzo, persino sul terreno dei diritti civili, sono a capo chino nei confronti della Chiesa. Persino sui Dico! Voglio dire...sull'unica parvenza, persino simbolica, di politica progressista, persino su quello si chinano ai diktat della Binetti, alle compatibilità col Vaticano".

Però la Binetti fa comodo...

"Eh sì, perché ognuno si sceglie la sua parte in commedia. Il problema non è la parte che ognuno si sceglie nella commedia, ma la commedia. Questa è la tragedia del popolo della sinistra in Italia".

La Binetti non ha avuto lo stesso trattamento di Turigliatto

"No, decisamente, no".

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